Le foglie cadono lente ad una ad una e ci mostrano la loro e nostra età aurea per darci modo di apprezzarla e di comprenderne la grandezza;
ci fermiamo ad ammirare lo svolazzamento di quelle che paiono farfalle inanimate che si staccano dai rami e danzano o, come vorremmo fare con i segni dell’età, ci affrettiamo a eliminarle immaginando un tappeto di marciume che tutti calpesteranno?
Mentre la natura ci delizia nel mostrarci la perfezione e la necessità del cambio d’abito, la pubblicità ci propone ostinate creme antirughe che, sulle pelli vellutate degli attori, promettono eterna giovinezza;
vorremmo davvero tornare indietro nel tempo, magari in zona adolescenza, con gli adulti che ci facevano imbestialire, la tristezza plumbea per un inciampo imprevisto o la paura del professore che scorreva i nomi per decidere chi interrogare?
«Ma eravamo giovani« dice qualcuno.
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