Bianca Brotto

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DOLOMITI: MUTE MONTAGNE O FRAST-UOMO DI LAB?

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Madonna di Campiglio, gioiello incastonato tra le Dolomiti del Brenta, antiche custodi che disegnano in cielo profili maestosi, luogo di rigenerazione per l’anima che, fra foreste di abeti, volpi furtive e timidi camosci, ritrova se stessa. 

D’inverno fiocchi immacolati trasformano il paesaggio in un regno incantato dove il tempo rallenta, il respiro prende il ritmo della montagna e gli sciatori, pennellate variopinte su tela bianca, danzano sulle piste.

Qui, in una piana ad alta quota, viveva Sergio. L’anziano pastore, accompagnato dallo sguardo nascosto del francolino di monte, conduceva nei mesi estivi le capre ai pascoli fioriti lungo ruscelli scintillanti, mentre nella stagione del candore offriva volentieri una tazza di tè agli escursionisti che si spingevano fin lassù.

Un giorno passò un giovane stanco e inquieto. «Come fai a vivere qui senza rumori e senza parole?» chiese con voce carica di frenesia cittadina.

Sergio sorrise e, invece di rispondere, invitò il giovane a sedersi accanto a lui. Il sole calava tingendo di porpora e oro le vette delle Dolomiti.

Il silenzio della montagna li avvolse come un manto. Lentamente il battito del ragazzo si placò. Il suo respiro divenne più profondo.

Sentì i rintocchi del proprio cuore, il fluire del sangue nelle vene, il ritmo della vita stessa.

Solo allora Sergio parlò con un filo di voce: «Il silenzio qui non è vuoto, è pieno. Ti ascolta, ti guarisce, ti restituisce a te stesso». Il giovane non rispose. Non serviva. Aveva capito.

Questa è la forza delle mute montagne che parlano al cuore di Goethe prima che il silenzio delle sue cattedrali rocciose venisse profanato dal frast-uomo del terzo millennio che,

laddove la natura si veste di eleganza e armonia inenarrabili, porta in quota altoparlanti che nei rifugi sparano “musica” bum bum e a valle altro bum bum dai toni assordanti nelle discoteche après-ski a cielo aperto dette LAB (per me acronimo di Luoghi Ascolto Baccano). 

In moltissimi si sono lamentati e:

-vista la risposta del presidente dell'Azienda per il turismo, Tullio Serafini: «Campiglio ha due anime: montana e mondana»;

-visto che la montagna di anima ne ha una sola;

-visto che l’anima mondana aggiunta dall’uomo non deve stravolgere quella originaria;

-visto che siamo liberi, ma che la nostra libertà finisce dove inizia quella altrui;

-visto che le Dolomiti sono state insignite dall’Unesco del prestigioso titolo di Patrimonio Naturale dell’Umanità;

tutto ciò premesso,

se fossi Sindaco di un sito così unico e prezioso obbligherei i vari Luoghi di Ascolto Baccano a dotare i fan del bum bum di cuffie all’interno delle quali potersi inebriare degli amati ritmi cadenzati, senza nulla imporre alla natura e agli altri suoi ospiti a due e quattro gambe.

L’ascolto in cuffia permetterebbe comunque di bere; in quanto al parlare è già pressoché impossibile con i volumi oggi autorizzati. 

Tornerebbero i monti di Goethe “maestri muti che richiedono discepoli silenziosi”. Tornerebbe l’Uomo che si inchina al cospetto di Madre Natura con il cuore gonfio di gratitudine. E, volentieri, tornerei anch’io.

AUDIO ARTICOLO: https://biancabrotto.it/it/bellezzanelquotidiano215

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Amo la vita, sempre, anche quando non la capisco, anche quando soffro, ancor di più quando esplodo di gioia; trovo sia un’avventura straordinaria che si rinnova ogni giorno, al sorgere del sole.


Suono di rado, ma con amore, il pianoforte e canto mentre guido. Non ho tempo per le frequentazioni sterili, ma non guardo l’orologio quando un amico ha bisogno di me; l’amicizia è un dono meraviglioso e mi ha salvato la vita.

Mi piace leggere, lasciarmi rapire dai notturni di Chopin e riempirmi con un bel film.


Adoro il fuoco, la fiamma viva, il calore che mi trasmette. Amo viaggiare e vivere le emozioni della natura, dell’arte e degli incontri inattesi. Quando posso fuggo all’isola d’Elba dove, nell’incedere lento e potente del mare, mi rigenero.



Non mi annoio mai, trovo che il semplice esistere nel presente sia entusiasmante.

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