Bianca Brotto
Diffondiamo Bellezza
FIN DOVE ARRIVA LA NOSTRA FRATELLANZA?
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«Uno sparviero così parlò all’usignolo dal variopinto collo mentre, avendolo ghermito con gli artigli, lo stava portando in alto, fra le nubi, e quello, trafitto dagli artigli ricurvi, pietosamente gemeva (…): A che ti lamenti, o infelice?
Ti tiene uno che è più forte; dove ti porto io, tu andrai (…), ti divorerò oppure ti libererò a mio piacere. Stolto è chi vuole combattere contro i più forti: non riporterà alcuna vittoria e, oltre al danno, subirà pure la beffa - racconta Esiodo nel poema Le Opere e i Giorni, VII secolo a.C e poi, rivolgendosi ai giudici -
O Perse, ascolta la giustizia e non alimentare la prepotenza; la prepotenza è dannosa all’uomo debole; nemmeno il grande facilmente la può sopportare, anzi egli stesso rimane oppresso e va incontro a sventure.
Migliore è l’altra strada, verso la giustizia: la giustizia al termine del suo corso vince la prepotenza, e solo soffrendo lo stolto impara».
Mentre uno dei più grandi poeti dell’antichità, raccontandoci il modello negativo di una società basata sull’ingiustizia e sulla legge del più forte, auspica per l’uomo un comportamento diverso da quello delle bestie, noi assistiamo al massacro dei nostri fratelli in nome di pretesti (camuffati da ragioni) costruiti a tavolino dalle fiere umane assetate solo di denaro e di potere.
Perché, mi chiedo, chi manovra i giochi dall’alto (per Esiodo vigliacchi che “amavano le violenze di Ares” e che muoiono “senza ricordo lasciar”), invece di mandare al fronte gli altri, non sfida in prima persona la controparte a duello, a scacchi o, visti i tempi, alla play?
E perché chi ordisce trame di morte e di distruzione addestrando all’odio milizie di dis-umanità lo fa sempre accostando alla parola guerra termini quali pace, libertà, democrazia?
Se siamo stufi di queste sanguinarie e ‘ossimoriche’ prese in giro, urliamolo ogni giorno sui social, sugli striscioni, sui giornali, in TV, perché chi comanda non può farlo senza il nostro consenso e tacere significa legittimare.
Tuttavia, prima di comunicare al mondo il nostro dissenso nei confronti della violenza che, in qualsiasi modo venga giustificata, giustificata non lo è mai, potremmo smetterla con le guerre personali, fonti perenni di infelicità. Non solo.
Adoperiamoci anche per far conoscere capi di stato esemplari come l’indimenticabile Pepe Mujica che, quando era Presidente dell’Uruguay e rinunciava ai privilegi del suo ruolo, al G20 del 2012 di Rio fece un meraviglioso discorso dicendo, fra le altre cose:
«È possibile parlare di solidarietà e che “siamo tutti uniti” in una economia basata sulla concorrenza spietata? Fin dove arriva la nostra fratellanza? L’essere umano non governa, oggi. Sono le forze che ha scatenato a governare l’essere umano e la vita. Veniamo sulla terra per cercare di essere felici. La vita è breve e fugge via. E nessun bene vale quanto la vita».
Domanda: siamo pronti ad agire? La frequenza del mondo cambia se permettiamo al diapason della pace di accordare noi stessi perché solo così possiamo entrare in risonanza armonica con gli altri e diventare un unico sommo suono. “Èd è questo il sublime - scriveva De Custine nel 1830 - il capolavoro del Creatore e delle creature ispirate da lui”.
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