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QUANDO IL DOLORE È MAESTRO D'AMORE

Veröffentlicht von am in RAGGIUNGERE IL SOGNO
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Era Capodanno la prima volta che si incontrarono. A Gg (Giangiacomo) di quella sera passata a suonare la chitarra e a cantare restarono indelebilmente dentro solo due occhi e un sorriso: Gaia. Era il 1995. Avevano 30 anni.

A seguire Gaia e Gg percorsero dieci anni di strade diverse prima di ritrovarsi e non lasciarsi più. «Ci siamo sposati nel 2011. Non abbiamo avuto figli, ma noi due ci bastavamo. Eravamo complici, amici, amanti. Una storia d’amore perfetta.

Poi, il 30 luglio 2015, a Gaia venne diagnosticato un raro melanoma oculare e da quel giorno lei, che era medico, quando le parlavo della gioia di invecchiare insieme mi fissava dicendomi: non succederà».

Eppure le cure sembravano funzionare tanto’è che, superato il controllo di giugno 2021, la coppia trascorse un’estate finalmente serena. Quattro mesi dopo, tuttavia, la TAC non dava scampo. Tentarono a Tel Aviv una nuova terapia che non funzionò. 

Marzo 2022: Gaia compie gli anni il 6 e il 15 entra in coma. «Era mattina e, abbracciati nel nostro letto, trovai per la prima volta il coraggio di dirle: se vuoi andare, vai! In quell’esatto istante lei partì».

«Mi rendo conto che sia forte da dire - dice Gg invitato a tenere l’omelia nella chiesa di Monticelli Brusati - ma se ripenso ai sette anni di malattia non mi viene in mente il dolore, che è stato tanto, davvero no!

Nei miei ricordi c’è solo un bagno d’amore impressionante fatto di abbracci, tenerezza, dialoghi, sorrisi e dei gesti inattesi di chi ci stava vicino e persino degli sconosciuti.

Ho inoltre visto in lei una sorprendente crescita spirituale che l’ha portata a non temere nulla per sé. L’unica sua preoccupazione, ero io».

Quando Gaia ha chiuso gli occhi l’esistenza di Gg è andata in frantumi. «Ero completamente perso e mi sono affidato a Dio dicendo: portami avanti Tu perché da solo non ce la faccio».

Da quel momento i pezzi di vita hanno iniziato a ricomporsi in modo inaspettato e Gg, che aveva lasciato la sua carriera di imprenditore per stare vicino a Gaia, ha creato la fondazione The Plot, un progetto che abbina l’arte contemporanea alla tecnologia per raccontare le neuroscienze comportamentali e rendere accessibili concetti scientifici complessi ai quali Gaia teneva particolarmente.

Non ce l’ha mai avuta con Dio, Gg, perché «mi ha dato Gaia facendomi vivere in Paradiso per 17 anni e risparmiandomi l’inferno terreno che è la mancanza d’amore.

Ho altresì compreso che non esiste alcun dolore che non sia una porta per l’amore; il problema è vederlo e, invece che dire “sono disperato” chiedersi: cosa devo imparare da tutto questo?»

Sul binomio dolore-amore Gg conclude citando una frase tratta dal mio libro ‘La forza della resa’: «C’è un dolore che è disperazione e un dolore che è verità.

Quando la verità fa male, ma splende perché ammantata di libertà, diventa solenne, tangibile.

La puoi toccare e anche odiare. Non riesci subito ad amarla.

Puoi al massimo accettarla e fidarti di lei fino al giorno in cui un nuovo sole farà capolino dalla nebbia: sarà la prima alba della tua vita.

Di colpo ti volterai e, guardando a questo momento, diventerai il tuo grazie. Fra oggi e quel giorno, respira» e, se riesci, fidati. E affidati.

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Amo la vita, sempre, anche quando non la capisco, anche quando soffro, ancor di più quando esplodo di gioia; trovo sia un’avventura straordinaria che si rinnova ogni giorno, al sorgere del sole.


Suono di rado, ma con amore, il pianoforte e canto mentre guido. Non ho tempo per le frequentazioni sterili, ma non guardo l’orologio quando un amico ha bisogno di me; l’amicizia è un dono meraviglioso e mi ha salvato la vita.

Mi piace leggere, lasciarmi rapire dai notturni di Chopin e riempirmi con un bel film.


Adoro il fuoco, la fiamma viva, il calore che mi trasmette. Amo viaggiare e vivere le emozioni della natura, dell’arte e degli incontri inattesi. Quando posso fuggo all’isola d’Elba dove, nell’incedere lento e potente del mare, mi rigenero.



Non mi annoio mai, trovo che il semplice esistere nel presente sia entusiasmante.

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