Bianca Brotto

Diffondiamo Bellezza

  • Home
    Home This is where you can find all the blog posts throughout the site.
  • Tags
    Tags Displays a list of tags that have been used in the blog.
  • Bloggers
    Bloggers Search for your favorite blogger from this site.
biancabrotto

biancabrotto

Amo la vita, sempre, anche quando non la capisco, anche quando soffro, ancor di più quando esplodo di gioia; trovo sia un’avventura straordinaria che si rinnova ogni giorno, al sorgere del sole.


Suono di rado, ma con amore, il pianoforte e canto mentre guido. Non ho tempo per le frequentazioni sterili, ma non guardo l’orologio quando un amico ha bisogno di me; l’amicizia è un dono meraviglioso e mi ha salvato la vita.

Mi piace leggere, lasciarmi rapire dai notturni di Chopin e riempirmi con un bel film.


Adoro il fuoco, la fiamma viva, il calore che mi trasmette. Amo viaggiare e vivere le emozioni della natura, dell’arte e degli incontri inattesi. Quando posso fuggo all’isola d’Elba dove, nell’incedere lento e potente del mare, mi rigenero.



Non mi annoio mai, trovo che il semplice esistere nel presente sia entusiasmante.

Posted by on in PAROLE BELLE

 

Dicembre è un mese accelerato, c’è tensione nell’aria, sta per consumarsi il dramma del Natale, lo si avverte nei discorsi e sul lavoro fin dai primi giorni. L’umanità sembra entrare in una centrifuga che la shakera e restituisce dopo l’Epifania, insieme a un sospiro di sollievo. 

È come se questa non fosse una notte, ma un crinale che divide l’anno fra il prima e il dopo stasera.

Il perché l’ho capito il mese scorso a Malta, una terra sferzata dal vento e abbracciata dal blu inchiostro del mare, uno Stato che filodiffonde musica per le strade addobbate, una Repubblica con 359 chiese attive su 315 Km2 di superficie, un territorio dalla profonda tradizione cattolica caratterizzato da un’economia avanzata e da grande religiosità ma, mio sentore, da assenza di spiritualità.

A Malta manca il cuore, un po’ come nella finzione di certi Natali (che non si vede l’ora che passino) tesi nell’allestimento di un palcoscenico dove si consumerà un evento troppo grande per trovar spazio nella piccolezza dei cuori umani, ma l’organizzazione del quale, nella cura della cornice di musiche e regali, nei sorrisi pitturati in volto e nelle parole di circostanza, potrà stemperare l’inconscio disagio dato dal non senso di tutto ciò.

...
Hits: 3263
0

Posted by on in RAGGIUNGERE IL SOGNO

Cosa faccia Sergio ogni giorno dalle 11 e 30 a mezzogiorno non lo sa nessuno, in azienda. L’agenda condivisa con la segretaria e il personale segnala sempre un impegno marcato in rosso che, nel linguaggio interno, significa: non disturbare per alcun motivo.

Sono anni che quella mezz’ora intoccabile è oggetto di borbottii e illazioni. 

Ore 15. Macchinetta del caffè. Sergio sta bevendo una cioccolata calda quando arriva Antonio, un neo assunto che, con fare indifferente, gli chiede: «Tutto bene?» «Sì, grazie. Tu?» «Anch’io se non fosse per un tarlo che mi tiene sveglio pure di notte».

«Mi spiace» dice Sergio.

«Anche a me» sorride Antonio. Silenzio. Riprende: «Forse potrebbe aiutarmi».

...
Hits: 3429
0

Natale si stava avvicinando e mentre le vetrine lo mostravano sfacciatamente, Fabio avrebbe voluto coniare una nuova parolaccia quotidiana o una scusa per non viverlo mai, quell’Avvento. Perché sarebbe stato l’ultimo. L’ultimo in quella casa. L’ultimo da uomo sposato.

Quel suo essere in procinto di recitare l’ultimo atto da marito era una novità di qualche giorno prima, quando la consorte gli aveva fatto recapitare dall’avvocato una sorprendente richiesta di separazione che l’avrebbe costretto a vivere gli anni a venire con un budget mensile da senzatetto.

Ma quel 10 dicembre, come se niente fosse, sarebbero arrivati i quattro figli, da anni fuori casa, per addobbare l’albero e lui aveva l’ordine di non dire nulla «per non rovinare le feste ai ragazzi» aveva sibilato lei. 

Fabio, uomo mite e incline all’obbedienza, si era attenuto al diktat, ma aveva altresì escogitato un piano confessato solo al gatto. Sapendo che da quel giorno ci sarebbe stato un viavai di nuore e nipoti per depositare i doni sotto le fronde, l’uomo aveva deciso di liberare il suo silente grido personalizzando gli addobbi.

L’albero venne così allestito fra risate e sorrisi ma, già da quella notte, si arricchì della minuscola scritta “Che palle!” tracciata da Fabio con il pennarello indelebile su una preziosa coppia di sfere antiche posizionate in alto.

...
Hits: 3443
0

Posted by on in DIFFONDERE IL BENE

 

La Gilda di soldi non ne ha mai sprecati e non solo perché guadagnarli costa fatica, ma anche perché vanno accantonati per la vecchiaia quando la salute zoppicherà e «ci sarà anche - dice - da pagare il funerale».

Ha da 60 anni nel cassettone del soggiorno di rappresentanza, il servizio di piatti che le hanno regalato quando si è sposata con Piero: «Un servizio da 12» afferma compiaciuta mentre spolvera la mercanzia intonsa a fiori rossi e blu.

«Perché non lo usi?» chiedo.

«È troppo bello - esclama d’impeto - non voglio rischiare di rompere qualcosa». 

...
Hits: 3403
0

Posted by on in VIVERE CON PASSIONE

La porta dello psicologo è spalancata quando sull’uscio compare una titubante biondina con la gonna corta e il sospetto addosso. L’uomo si alza dalla scrivania per andarle incontro con un sorriso che si fa spazio fra i peli ordinati della barba solo in apparenza incolta.

«Si sieda» le dice mentre chiude la porta.

Lisa si gira sulla difensiva con le braccia conserte: «Non mi va di stendermi».

«Ho detto si sieda» afferma lui accomodante e ben accomodato in un impeccabile abito grigio scuro con cravatta blu. 

«Come mai è qui?» esordisce lo psicoterapeuta.

...
Hits: 3538
0

Posted by on in NUOVI ORIZZONTI

Non c’entra la statura, ma quello che uno ha all’interno di quel metro e cinquantotto di biologia umana, perché se lì dentro si annidano nugoli di esperienze catalogate come sconfitte, il bisogno inconscio di utilizzare un ruolo per sfogare le proprie frustrazioni, diventa incontenibile.

Ed eccoci in quinta liceo alle prese con una ragazza che per la profe Tarlo ha due colpe gravi da scontare: essere nata alta e bella. Non solo.

A volte l’adolescente, nella sua spontaneità, fa tremende gaffe, come quando riferisce all’insegnante, che di figli non ne ha, la frase pronunciata dalla vecchia maestra delle elementari in punto di morte

“L’esistenza acquisisce il suo pieno significato nella procreazione” o quando, a teatro, chiede alla profe, seduta dietro una poltrona vuota occupata dai cappotti: «Ci vede?»

suscitando nella donnina l’indignata risposta: «Va bene che sono bassa, ma non esageriamo! Questa me la lego al dito». 

...
Hits: 4240
0

Posted by on in NUOVI ORIZZONTI

 

Questa è la storia di due gemelli che avevano deciso di incontrarsi una sola volta all’anno, e di quell’indimenticabile 7 febbraio.

Breve excursus storico: portati a Roma all’età di 12 anni per studiare (siamo nel 492 d.C.), i due fratelli videro la corruzione e la depravazione di quell’epoca successiva alla caduta dell’impero romano e, in seguito, decisero di ritirarsi dal mondo:

Benedetto visse alcuni anni da eremita e poi fondò l’Ordine dei Benedettini basato sulla ‘Sancta Regula' da lui stesso scritta e Scolastica, fattasi monaca, fondò il Monastero di Piumarola dove diede inizio all’Ordine Benedettino femminile.

Quel 7 febbraio del 547, giorno del loro incontro annuale in una casetta di Montecassino che si trovava a metà strada tra i loro due monasteri, Benedetto e Scolastica trascorsero la giornata a parlare di Dio e degli uomini nutrendosi della reciproca compagnia finché venne, insieme al tramonto, il momento di separarsi.

...
Hits: 3847
0

Posted by on in PAROLE BELLE

È una morsa, a volte un cappio, la notte della solitudine, quando credi di non farcela e la mente ti assale, stringe e non molla; pensi e ripensi ma, ovunque vaghi, non scorgi via d’uscita perché tutte le porte sono bloccate dalla stessa parola-spranga: solitudine.

Cosa ci fa paura, in realtà? La solitudine dell’incontro con le nostre profondità perché “se guarderai a lungo nell'abisso, l'abisso guarderà dentro di te” (Nietzsche) o l’isolamento di quando siamo fisicamente disgiunti dagli altri?

Esiste davvero la separazione o è un’illusione? “Non è un’illusione” afferma la mente, “Sì che lo è” sussurra il cuore.

Il modo per superare il senso di isolamento dato dalla separazione che il nostro corpo fisico percepisce come reale, secondo Erich Fromm, è l'amore che lo psicologo e filosofo tedesco definisce come potere attivo che annulla le pareti che ci separano dai nostri simili e che tuttavia ci permette di essere noi stessi e di conservare la nostra integrità. 

Mi guardo attorno alla ricerca di questo potere attivo e allargo lo sguardo all’alba del nuovo giorno che pennella il cielo di rosa per poi tingerlo ancora in un crescendo infuocato fino allo scoppio finale, l’oro del sole,

...
Hits: 3848
0

Oggi ho bisogno di un abbraccio d’eternità che faccia risuonare in me la prova della vita che continua. Per questo racconto di un bouquet improbabile di rose rosse contornate da fiorellini bianchi. 

La storia inizia sul sagrato di una chiesa, dove uno sposo sorridente consegna ad una sposa radiosa un bouquet molto discusso, da lui personalmente scelto, di rose rosso fuoco attorniate dai fiori bianchi del velo da sposa.

La scelta del colore troppo vivace delle rose, in luogo delle tinte pastello più comunemente usate, viene ampiamente criticata, ma Chicco sorride sicuro che alla sua Giò quel bouquet piacerà. Non solo.

Ha messo rose rosse e fiorellini bianchi anche nel vano porta radio della Citroen Ds Pallas a bordo della quale partiranno. E nei capelli di lei.

Da quel giorno la clessidra ha osservato fluire migliaia di granelli di sabbia, nascere due bimbe deliziose e, cinque anni fa, ha anche visto Giò valicare anzitempo la porta del “paese sconosciuto da cui nessun viaggiatore è tornato” (Shakespeare).

...
Hits: 3833
0

«Non mi parla più, Paola, ed era la mia miglior amica. Ricordi? C’era il rito della colazione al nostro bar preferito, quell’inoltrarci fra le pareti più intime del nostro sentire e quelle risate di gusto fra chi si accetta e mai giudica.

Profondità e leggerezza ci accompagnavano insieme alla sensazione di poterci dire qualsiasi cosa in qualsiasi momento. Adesso che lei è sparita ho freddo. Dentro». Marina è un guerriero di luce disarmato.

«Cosa è successo?» chiedo.

«È assurdo! - Esclama con veemenza - Con lei un bel niente! C’è stata un’incomprensione fra me e un amico comune (con il quale mi sono chiarita e scusata), ma non con Paola».

«Sembra impossibile» commento.

...
Hits: 3897
0

Non è stato un incontro diretto il mio con il Re del Po, ma filtrato dalle parole di chi ha visitato il suo Regno e toccato con mano l'arma più potente che esista sulla terra: l'animo umano in preda all’entusiasmo (Foch). 

L’autoproclamatosi Re, mancato quest’estate a 79 anni, è Alberto Manotti e l’eredità che ci lascia è frutto della sua energia esplosiva che contagiava chiunque gli si avvicinasse.

Da quasi mezzo secolo Alberto viveva tête-à-tête con il Grande Fiume, recuperando ogni giorno i rami che arrivavano e utilizzandoli per costruire, lungo le sponde in prossimità del ponte di Boretto (Reggio Emilia), intricati rifugi diventati negli anni una sorta di imbarcazione lunga 40 metri e alta 6: Nave Jolanda. 

Vista da lontano la gigantesca struttura è simile a una manciata di shangai lasciati andare sul terreno, ma avvicinandosi si ammira un intreccio ingegneristico di rami e tronchi che Alberto raccoglieva sul letto del fiume, si caricava in spalla e avvinghiava prontamente gli uni agli altri «perché le cose vanno fatte subito!» diceva. Il risultato è un’opera che trasuda amore e ostinazione.

Forse era scritto che un corso d’acqua che nasce al Pian del Re dovesse averlo un proprio Re, un uomo libero e instancabile che portasse avanti una costruzione che le piene danneggiavano e che il sovrano non si stancava di ricostruire, perché quella nave conteneva una ricetta di felicità che lui così sintetizzava:

...
Hits: 3590
0

C’è sempre un momento dal quale tutto ha origine. Talvolta è una voce che ti si compone dentro, altre un silenzio profondo. In quel frangente immobile di tempo, senti che niente sarà più come prima. È più che una convinzione, è una forza che si impossessa di te e che ti dice «Fai qualcosa!»

Scendi in garage. La tua vecchia Vespa è ancora lì che ti aspetta, è una 125, la guardi con amore mentre uno scoppio di gioia ti esplode dentro. Partirai! Magari a bordo di una Vespa più potente, ma partirai, perché sei pronto a mollare le tue certezze professionali ed economiche, così come le abitudini, le comodità e le relazioni prive di autenticità. 

Sono 35 anni che lavori e te ne mancano 10 per andare in pensione, ma non ne puoi più di quel latente senso di insoddisfazione. Questa vita fatta di corse e di burocrazia è un vortice che ti trascina sempre più giù e tu continui a sprecare l’unica risorsa non recuperabile che hai: il tempo.

Cosa aspetti? Di essere vecchio per godertelo?

C’è un mappamondo impolverato sulla mensola, l’avevi regalato a tuo figlio. Lo sfiori con la mano, il tuo dito si appoggia sulla tua città, Conegliano (TV), e poi si muove disegnando una linea che solca la polvere mentre attraversa Slovenia, Croazia, Montenegro, Albania, Macedonia del Nord, Grecia, Turchia, Iran, Pakistan, India e approda in Nepal. 

...
Hits: 4186
0

Posted by on in RAGGIUNGERE IL SOGNO

«Siamo due amici. Siamo due attori. E siamo due arrampicatori della domenica, come ci piace definirci. Anni fa ci siamo imbattuti nell’incredibile storia vera di due alpinisti, Joe Simpson e Simon Yates (narrata nel best seller “La Morte Sospesa”). Da questo incontro è nato il nostro primo spettacolo ‘(S)legati’ che è stato il punto di partenza di un’avventura che ancora dura».

Hanno gli occhi accesi dall’entusiasmo, Mattia Fabris e Jacopo Bicocchi, mentre mi raccontano di Joe e Simon e della montagna fattasi metafora delle relazioni portate al limite estremo, quello in cui la verità prende forma, ti mette alle strette e ti costringe a fare quel gesto che sempre ci appare così violento e terribile, ma che, a volte, è l’unico gesto necessario alla vita di entrambi: tagliare. 

«Quel giorno d’inverno eravamo a Bolzano. Tutte le montagne erano innevate. Immediatamente è nato in noi il sogno di poter raccontare “La Morte Sospesa” non solo nei teatri, ma anche sulle cime.

“Facciamo una tournée nei rifugi! - ci siamo detti - di giorno camminiamo e la sera raccontiamo di Joe e di Simon, perché la loro non è solo un’impresa sovrumana, ma un’avventura profondamente umana fatta di gioia, dolore, coraggio, paura, morte, vita; è la storia di tutti noi, quando ci troviamo ad affrontare difficoltà che ci sembrano insormontabili».

I due ragazzi sono così partiti nell’agosto del 2012 per la loro prima tournée nei rifugi delle Alpi Orobie totalizzando ad oggi oltre 300 repliche, vincendo premi e, soprattutto, lasciando agli spettatori, si legge sul loro sito (compagniaslegati.com), l’emozione profonda che fa restare senza parole. 

...
Hits: 4195
0

 

Seduta all’imbrunire sull’erba dell’Eremo di Camaldoli, è Padre Ubaldo Cortoni, l’eremita bibliotecario, a raccontarmi di un silenzio «che non è assenza di rumore, ma consapevolezza di un suono. Un silenzio che ci fa prendere coscienza di chi siamo, che ci fa entrare in connessione con ogni cosa e che ci riempie di pace». 

Ubaldo sorride mentre spiega che nel mondo monastico c’è il termine ‘abitare secum’, abitare con se stessi, «che non è sopportarsi, anzi! Noi per lo più abitiamo le nostre stanze, il bosco, cioè occupiamo sempre un luogo fuori da noi, senza renderci conto che il primo posto dove risiedere è al nostro interno e che arrivare lì significa fondersi con il mondo esterno».

Vorrei fermarmi un’eternità su questa frase, ma nuove parole stanno già scorrendo. 

«Quando camminiamo nella foresta seguendo il nostro respiro, senza il divagare della mente, possiamo sentire la natura cioè possiamo diventare natura. Ecco allora la pace, l’assenza di combattimento interiore, la pienezza di tutto». 

...
Hits: 3934
0

Il mio amico Nicola era stanco, stanchissimo di lavorare a ritmo di quattordici ore al giorno in età già pensionabile, ma c’erano i dipendenti e senza di lui l’attività, che si era artigianalmente costruito, non aveva futuro.

Lo diceva ai suoi ragazzi che non ne poteva più, lo diceva alla figlia e agli amici ma la realtà era che, mentre dispensava parole, continuava a puntare la sveglia all’alba e a tornare a casa alle otto giusto in tempo per farsi la doccia, scaldarsi un pasto e svenire distrutto nel letto.

Chiudere l’azienda, tuttavia, richiedeva ulteriori energie e, al momento, sembrava meno impegnativo continuare a triturare chilometri e accettare commesse. 

Che fare? Nicola non è diverso da noi che fatichiamo con i cambiamenti. Stare nel conosciuto, anche non entusiasmante, è per tutti più facile che spostarsi nell’incognita del nuovo.

È per questo che tendiamo a restare imbrigliati nelle medesime situazioni per anni e, oserei dire, per generazioni.

...
Hits: 4001
0

Posted by on in PAROLE BELLE

“Se cresci senza nessuno che ti dica che sei bello o che sei bravo, senza una parola di conforto che ti rassicuri dandoti il tuo posto al sole nel mondo, niente sarà mai abbastanza per ripagarti di quel silenzio.

Dentro resterai sempre un bambino affamato di gentilezza, che si sente brutto, incapace e manchevole, qualsiasi cosa accada. E non importa se, nel frattempo, sei diventato la più bella delle creature (F. Ozpetek)”, perché quel sottile dolore uscirà dai tuoi pori e dalla tua bocca finché non imparerai a lasciarlo affiorare, a dargli il suo posto al sole, a tranquillizzarlo sussurrandogli:

«Ti ho scovato dolorino, buongiorno!»

Il punto è vederla, quella sofferenza, che spesso si traveste da felicità come nel caso del post pubblicato da Elena: “Evviva! Traguardo raggiunto. Ringrazio i miei figli, gli amici e anche coloro che non si sono rivelati tali perché, quando si fa bingo, non c’è più spazio per i rancori”.

Questo a parole.

...
Hits: 4065
0

Posted by on in VIVERE CON PASSIONE

A volte ci penso, alla mia ultima volta. Questa potrebbe essere l’ultima volta che scrivo, che riordino la cucina, che passeggio nel bosco, che sorseggio una tazza di tè mentre l’aurora incede profonda. 

Mi chiedo: quando sorgerà l’alba del nostro ultimo giorno, ne avremo il sentore? Perché, quando arriverà, quella persona sdraiata nella bara, saremo noi. A parte gli scongiuri che possiamo fare in questo momento, questa non vuole essere una macabra iniezione, ma una celebrazione dell’esistenza.

Il soffermarci sull’ultima volta, infatti, ci porta a vivere con una diversa intensità e a percepire, nella totalità del ‘qui e ora’, il nostro essere gocce di mare uniche che si stanno giocando il dono di questo secondo.

Ricordo da ragazza, quando ero in vacanza e arrivava l’ultima sera; non si voleva mai andare a dormire per gustare, fino all’ultimo sorso, ogni momento di quel mondo fatto di nuovi incontri che, all’indomani, sarebbero sfumati nei chilometri rimanendo talvolta appesi alle lettere tessitrici dei fili dell’amicizia.

È rimasto indelebile in me il profondo sguardo di mio zio Mario quando ci salutammo l’ultima volta. Quel mattino, consapevolmente presenti al frammento di esistenza che abitavamo, l’universo intero si concentrò in quell’attimo che divenne assoluto. Lui non mi aveva mai guardata in quel modo e nemmeno io ero mai stata così presente a un istante che sapevo essere l’ultimo prima del grande volo.

...
Hits: 3949
0

Agosto 2022. Sotto la volta maestosamente verde sorretta da possenti colonnati di abeti bianchi, la cattedrale della foresta di Camaldoli ospita le lunghe orecchie e il dolcissimo sguardo di Toni e Aurora Alba, due asini che lentamente camminano lungo il sentiero che dal Monastero conduce all’Eremo.

Con loro ci sono Carlo Magnani, ligure, ed Helena Kagemark, svedese, una coppia di cinquantenni partiti nel 2016 da Albiano Magra, in Toscana, per raggiungere la Svezia dove «abbiamo capito subito che non eravamo arrivati e che non potevamo fermarci perché il nostro viaggio era appena iniziato».

I coniugi si rimettono in viaggio e riattraversano l’Europa per tornare in Italia godendosi, nella lentezza del loro procedere, la bellezza dei luoghi, degli incontri, dell’ospitalità sempre generosa. 

Sul finire del 2019 si unisce alla carovana, denominata “Un attimo, sto arrivando”, anche un bel cagnone bianco. Lungo la via i coniugi lasciano alle tante persone che li accolgono giovani alberi da piantare per segnare la strada percorsa che hanno battezzato la ‘Via Asina’ in onore dei loro due inseparabili compagni e maestri di viaggio.

«Cosa vi ha indotto, sei anni fa, a partire e ad essere ancora ‘a giro’ come si dice da queste parti?» chiedo.

...
Hits: 4286
0

 

Lara, quelle due parole, gliele ripeteva di continuo e Tom, sulle prime, le aveva accolte con la piacevolezza di un tiepido raggio di sole ma ora quel reiterato ‘ti amo’ gli dava fastidio.

Erano due anni che si frequentavano e mentre lei si proclamava innamorata, lui non sapeva come dirle che di quel rapporto non ne poteva più.

Poi arrivò inaspettato un fendente di nome Marco che sezionò con un colpo secco le loro esistenze. Era, Marco Montagnani, un maestro taoista che stava parlando sotto i tigli a un gruppo di persone quando la coppia, di passaggio da quel luogo, si fermò in cerca di ombra.

«Per i taoisti l’amore è cercare il rapporto con il proprio Spirito - diceva l’uomo dagli occhi azzurri che portava i capelli fin sulle spalle - Se questo non succede, il nostro dire ‘ti amo’ significa ‘ho bisogno di te’».

...
Hits: 4098
0

Non sono state le sue parole, a stupirmi, ma lei, l’intima pace che percepivo mentre asciugavamo i piatti e io non sapevo chi fosse. Con mia figlia si erano conosciute in un villaggio nel quale la ragazza faceva l’animatrice, poi me la sono trovata in casa, di passaggio, ed è stato lì che fissandola negli occhi profondamente verdi, ho sentito che Gaietta, questo il suo nome, emanava la consapevolezza di chi si fida e affida serenamente alla vita, accogliendo la perfezione di ogni evento nella totale accettazione.

Quella sera parlammo a lungo e, tempo dopo, lei mi scrisse: «Ho riflettuto sulla domanda che mi avevi fatto in merito al perché dell’esistenza e, nel mio pensarci, ho perso un amico senza aver avuto il tempo di accorgermene, ho fatto un master di yoga e ho incontrato anime luminose.

Attraverso il mio calpestare le strade di ogni giorno, ho sfiorato le vette dell’Amore innanzi alle quali ho solo potuto rispondere con “lacrime profumate di miele” come scrivi nel tuo libro (“La Forza della Resa”).

La vita è un magico viaggio e non dobbiamo spendere il nostro tempo a pensare troppo, ma a vivere pienamente stando semplicemente vicini a chi soffre e non ha mai sperimentato la magnificenza della luce.

La risposta a tutti i perché, quindi, è in quello che mi succede ogni giorno; Gandhi, quando gli chiesero quale fosse il suo messaggio, disse: “La mia vita è il mio messaggio”. Lo stesso vale per me.

...
Hits: 3742
0