È il suo grazie che mi rimbomba dentro, insieme alle sue lacrime. A volte vanno a braccetto, gratitudine e dolore, come se l’una sgorgasse dall’altra e soffrire fosse la via obbligata per ritrovare se stessi.
Preferisco credere che così non sia anche se spesso accade che, sfiorando l’abisso, l’essenza di chi siamo emerga innescando un luminoso turbo che realizziamo di avere solo in quel frangente.
Giovanni Allevi ha esordito con “All’improvviso mi è crollato tutto” sul palco dell’Ariston di San Remo, ma io non l’avevo visto. Su suggerimento di un’amica ho recuperato l’intervento sul web: un’ondata di emozione e pura bellezza.
“Ho perso il mio lavoro, i miei capelli, le mie certezze, ma non la mia speranza e la voglia di immaginare”. Immaginare, in me mago agere, eccolo il primo turbo che si è attivato e che nel suo brano Tomorrow (domani), “suonato con tutta l’anima”, ha reso melodia.
Ascolto a occhi chiusi le dita di Giovanni danzare sulla tastiera del pianoforte, è come se cantassero una canzone: alla prima strofa mi vedo correre in un prato cesellato di fiori, farfalle e risate argentine, alla seconda cala sottile una nota di malinconia ma poi la tonalità cambia, sta per succedere qualcosa…
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