Bianca Brotto
Diffondiamo Bellezza
LA CAUSA PROFONDA DEL MALE
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«Ti ho già trattato alcune volte e non dovrebbe più farti male, questo ginocchio. Il dolore - spiega Girolamo Tonoli, un abile ‘meccanico del corpo’ - è come un sensore che si accende sul cruscotto dell’auto e che ti dice dove intervenire.
Prendi, ad esempio, il mal di schiena lombare: se il problema non è da innervazione, spesso è viscerale (sulla schiena si appoggiano le viscere), e va fatto un lavoro di pulizia degli organi (intestino, fegato, reni) oltre che di manipolazione muscolare sulla gamba lungo la catena posteriore.
Ma tutto questo potrebbe non bastare: se la spia dell’olio si è accesa perché il serbatoio è buco, non risolvi aggiungendo olio, cioè lavorando sul corpo, ma intervenendo sulla problematica sottostante.
Tornando al tuo ginocchio: cosa impedisce la risoluzione del dolore? Vuoi provare a capire qual è la causa profonda che, a livello mentale o emozionale, blocca la tua guarigione?»
Don Aldo acconsente e, grazie all’approccio chinesiologico del test muscolare, emerge il suo non riuscire a passare oltre qualcosa. Aldo è scosso da un tumulto interiore: è proprio così.
«A bloccarmi sono i comportamenti altrui che mi feriscono - afferma il sacerdote - e anche se perdono, continuo a soffrirne e… non riesco a procedere».
«Inizia a ringraziare chi ti fa soffrire - spiega l’osteopata e chinesiologo bresciano - perché ti mostra un lato inedito di te che, portato alla luce, puoi accettare e integrare. È ora che tu torni a camminare».
Il don si ritira due settimane in un monastero dove medita sulle persone che sono state spine nel fianco e nel cuore.
«Sulle prime non è stato facile - racconta - ma via via procedevo, mi accorgevo di come gli altri mi avessero sempre fatto da specchio e, ringraziandoli, accettavo ciò che di me avevano fatto emergere.
La vita aveva dovuto alzare sempre più la voce finché i ‘cattivi’, invece che peggiori di me, erano diventati frammenti visibili della mia personalità.
A quel punto avevo smesso di combatterli, la serenità era affiorata e con lei il regalo del ‘per-dono’, un pacchetto che, una volta scartato, avevo trovavo vuoto perché… non c’era più nessuno da perdonare».
Siamo esseri multidimensionali fatti di corpo-mente-spirito e se si accende una spia dobbiamo agire su ogni livello:
sul fisico con manipolazioni, chirurgia ecc., sulla mente con l’accettazione, sullo spirito con il ringraziamento che, per-dono, ci fa sganciare dalle spalle i pesi stantii e ci riporta alla leggerezza dell’amore che ci abita.
Quando la pace ci invade il cuore, comprendiamo di essere guariti.
A don Aldo il ginocchio non fa più male e riesce a camminare per 4 km al giorno; non è ancora guarito del tutto, ma il punto non è questo perché, quando la pace interiore affiora, la lezione è appresa e l’anima risanata. Tutto è compiuto.
L’apertura mentale che ha portato don Aldo a questa consapevolezza è un gran traguardo che si aggiunge a quello dei 40 anni di sacerdozio che il don festeggia domani celebrando la messa in una chiesetta abbracciata dal bosco dove, fra canti e parole di vita, il sorriso della sua comunità sarà un grazie alla vita che, fra amorevoli schiaffi e spinose carezze, non ha mai smesso di amarci. Ad uno ad uno.
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