Bianca Brotto
Diffondiamo Bellezza
PAROLE INASPETTATE. SONO OVUNQUE.
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L’ospedale scelto da Arturo distava trecento chilometri da casa. Il cinquantenne era stato operato, ma il delicato intervento non era andato bene e la degenza in rianimazione era stata lunga.
Per i dottori non era ancora fuori pericolo, ma lui si sentiva meglio e quella sera, trasferito in reparto, aveva anche mangiato.
La moglie Clara uscì per la prima volta dalla camera sollevata. Giunta nel grande atrio d’ingresso e incontrate due eleganti signore che avevano trovato chiuse le porte principali, Clara fece loro strada verso un’uscita laterale.
Vestite in tailleur grigio, caschetto biondo per una, lunghi capelli mori per l’altra, le due la seguirono. Una volta fuori percorsero insieme un tratto di strada e, arrivate alla loro vettura, si offrirono di accompagnare Clara al suo alloggio vista l’ora tarda e il freddo. «Non è necessario, grazie» rispose Clara.
Fu in quel momento che, all’improvviso, la bionda disse: «Lei permette che le dia un suggerimento?» Colta in contropiede Clara annuì.
La donna affermò: «Quando si troverà sola al buio e avrà paura, dica una preghiera e io le assicuro che non sarà mai sola».
Clara ascoltò turbata e incredula quelle parole inaspettate; Arturo ormai stava meglio, che senso avevano? Sola? Al buio? Perché? Tremante di stupore non vide né dove le due si diressero né la loro auto partire.
Il giorno successivo, nell’arrivare al policlinico, Clara vide il marito entrare d’urgenza in sala operatoria a causa di un attacco di tosse che aveva provocato la lacerazione dei punti interni. L’intervento andò bene ma di lì a tre giorni Arturo entrò in coma.
La moglie del primario si offrì di accompagnare Clara da un sacerdote in odore di santità. Giunte alla chiesa fu loro permesso di infilarsi in canonica insieme ad un’anziana che aveva un appuntamento.
Il Don e la signora scambiarono due parole, poi lui si rivolse a Clara per sapere il nome della persona per la quale era lì e insieme recitarono un’Ave Maria. Clara non sentì il sacerdote dire «Lei è qui» (glielo riferì poi la moglie del primario) perché stava vivendo un Qualcosa di indescrivibile, immensamente straziante, ma dolce e rassicurante al tempo stesso, che le chiedeva il permesso di lasciar andare il marito.
Clara non era pronta, no, ma nel silenzio del suo cuore colmo di strazio e amore rispose: «Avvenga ciò che è meglio per lui». Poco dopo l’ospedale chiamò. Arturo era volato in cielo.
Angeli, a volte in abito talare, altre in tailleur o vestiti da mendicanti. Sono ovunque e, soprattutto nei momenti critici, ci sono vicini senza tuttavia imporsi. Accorgerci della loro presenza dipende da noi.
Precipitata in un abisso di paura e solitudine, al funerale di Arturo Clara pregò Dio affinché riempisse il vuoto lasciato dal marito e così fu. Clara iniziò a pubblicare libri meravigliosi e parola dopo parola risalì dal baratro.
Nessuna preghiera del cuore viene ignorata e se talvolta abbiamo l’impressione di non essere ascoltati, forse quanto chiediamo non è per il nostro miglior bene. Quel che ci resta è un profondo «grazie» calato su tutto perché, ci ricorda Meister Eckhart «se la sola preghiera che dirai mai nella tua intera vita fosse «grazie», quella sarà sufficiente».
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