Bianca Brotto
Diffondiamo Bellezza
QUEI CONTI DA PAGARE, SEMPRE TROPPO SALATI
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“Se cresci senza nessuno che ti dica che sei bello o che sei bravo, senza una parola di conforto che ti rassicuri dandoti il tuo posto al sole nel mondo, niente sarà mai abbastanza per ripagarti di quel silenzio.
Dentro resterai sempre un bambino affamato di gentilezza, che si sente brutto, incapace e manchevole, qualsiasi cosa accada. E non importa se, nel frattempo, sei diventato la più bella delle creature (F. Ozpetek)”, perché quel sottile dolore uscirà dai tuoi pori e dalla tua bocca finché non imparerai a lasciarlo affiorare, a dargli il suo posto al sole, a tranquillizzarlo sussurrandogli:
«Ti ho scovato dolorino, buongiorno!»
Il punto è vederla, quella sofferenza, che spesso si traveste da felicità come nel caso del post pubblicato da Elena: “Evviva! Traguardo raggiunto. Ringrazio i miei figli, gli amici e anche coloro che non si sono rivelati tali perché, quando si fa bingo, non c’è più spazio per i rancori”.
Questo a parole.
Commento di zio Ciro: “Non so cosa sia successo, ma partecipo alla tua gioia”.
Immediata la reazione su chat privata di Elena che, dopo avergli spiegato della promozione sul lavoro, scrive: “Per forza non sapevi, non sono certo la tua nipote preferita”.
Ciro: “I miei nipoti, tutti, sono nel mio cuore”.
“È un dato di fatto” recita affilato il verdetto di Elena.
“Mi spiace che tu la pensi così” ribatte Ciro che, avvertita la ferita che pulsa dietro le parole della nipote, si ferma. «La chiamo?» si chiede. Riflette.
A dirla tutta, lui non ha una gran considerazione di Elena per via di un paio di episodi spiacevoli ai quali ha assistito ma, a parte questo, prova per lei un immutato affetto.
Decide comunque di non telefonarle. «Non sarebbe servito a niente - afferma - Elena avrebbe sciolto e riavvolto i fili dei nodi che si era legata al dito rinfacciandomi decine di imperdonabili manchevolezze segnate in rosso sul suo libro nero».
I conti da pagare sono sempre troppo salati non tanto per chi li riceve, ma piuttosto per chi li redige e investe ingenti quantità di energia per conservarli sui ripiani della propria memoria.
La facciata familiare patinata che Elena mostrava sui social nascondeva il cuore infelice di chi, ogni giorno, scopa spiacevolezze sotto il tappeto, ritrovandosi a respirare aria sempre più fetida. Niente di strano che poi ogni parola non controllata esali un po’ di quel marciume, ma «rendersi disponibili ad alimentarlo ascoltando rotoli di invettive o lamentele - dice Ciro - non serve né a lei né a me».
A lui i capelli grigi hanno insegnato a lasciar andare i rami privi di linfa, quelli che spesso ci si porta appresso e che, anche se annaffiati, restano secchi sia per chi li porta sia per chi vi si aggrappa.
«Quando le persone si induriscono nel loro “io, io, io” - dice Ciro - si chiudono in gabbia e tu puoi solo far loro visita per lasciarli sfogare e per lasciarti tormentare, mentre il marciume sorride beffardo, a loro e a te, da sotto il tappeto. Ma guardati attorno! Lo vedi quel cane che gioca?
La vita è troppo emozionante e breve per restare fermi nelle prigioni proprie e altrui.
Viviamo!
Anche se non ci hanno detto “sei bello, sei bravo", possiamo godere subito, e a tutti gli effetti, del nostro essere “la più bella delle creature”».
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#10settembre2022
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