Bianca Brotto
Diffondiamo Bellezza
UN APPUNTAMENTO FISSO CON SE STESSI
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Cosa faccia Sergio ogni giorno dalle 11 e 30 a mezzogiorno non lo sa nessuno, in azienda. L’agenda condivisa con la segretaria e il personale segnala sempre un impegno marcato in rosso che, nel linguaggio interno, significa: non disturbare per alcun motivo.
Sono anni che quella mezz’ora intoccabile è oggetto di borbottii e illazioni.
Ore 15. Macchinetta del caffè. Sergio sta bevendo una cioccolata calda quando arriva Antonio, un neo assunto che, con fare indifferente, gli chiede: «Tutto bene?» «Sì, grazie. Tu?» «Anch’io se non fosse per un tarlo che mi tiene sveglio pure di notte».
«Mi spiace» dice Sergio.
«Anche a me» sorride Antonio. Silenzio. Riprende: «Forse potrebbe aiutarmi».
«Sentiamo».
«Glielo dico tutto d’un fiato: cosa fa lei chiuso nel suo ufficio ogni giorno alle 11 e 30?»
Lo sguardo di Sergio è un misto di cordialità e furbizia mentre butta il bicchierino nel cestino e, allontanandosi, fa: «Non dormiresti per questo? Allora sei un uomo fortunato. Abbiamo bisogno di uomini così in azienda, fortuna chiama fortuna».
Che poi non è sempre andata così. All’inizio è capitato che Sergio rispondesse ai suoi dipendenti con un «Non faccio niente» ma, non credendoci nessuno, ha preferito tenere per sé quel suo nulla, pieno di tutto.
In realtà lui, ogni giorno a quell’ora, ha un appuntamento fisso con se stesso.
Spegne tutti i collegamenti con il mondo esterno e si mette davanti alla vetrata. Contempla il castello di Brescia, che dal suo ufficio si vede benissimo, e osserva ciò che gli si agita dentro.
Se ci sono pensieri che affiorano, li guarda, se ci sono fastidi interiori, lui li lascia emergere. Non vuole risolvere alcunché, Sergio, dalle 11 e mezzo a mezzogiorno, semplicemente sta in compagnia delle ombre che si annidano nei recessi dell’essere umano, senza accusare nessuno, senza lamentarsi, senza giustificare.
Lo fa perché ha scoperto che da quando ha smesso di fuggire dalle spiacevolezze riempiendosi ogni minuto con incombenze varie, ma li osserva, i suoi irrisolti esistenziali, non solo questi si dissolvono, ma anche la realtà esterna si modifica perché, come afferma Elio D’Anna, ”Il più piccolo cambiamento dento di noi muove montagne nel mondo degli eventi”.
«Quello che vediamo fuori è prima di tutto al nostro interno - afferma Sergio - per questo è fondamentale sbirciarsi dentro, far emergere ciò che ci disturba e, prova anche tu, quando lo fai quello che ti succede fuori, cambia. È una diretta conseguenza.
Sembrava folle anche a me, ma poi ho provato e toccato con mano che la realtà esteriore specchia veramente quella interiore, rappresentandola».
A volte Sergio apre il suo diario tascabile e scrive qualcosa. Per lo più sono parole di ringraziamento, quelle le trova sempre perché lui apprezza il poter camminare, sentire, vedere, è uno che ama il gelo delle giornate d’inverno come il vento che sferza la città, il sole che la rende bollente d'estate e i tappeti di foglie autunnali che la colorano.
Per il mondo Sergio è un imprenditore di successo, per me l’amico che mi ha insegnato a fissare in agenda, ogni giorno, un appuntamento con me. E a non averne paura.
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#17dicembre2022
#GiornaleDiBrescia
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