“Mi chiamo Rosalia e non mi piace essere compatita. Come avrete visto sono una persona fisicamente non normale a causa di un trauma da parto”. Queste le prime parole con le quali Rosalia si presenta sul suo blog Botanica Commestibile. “Quando sono nata, dopo diversi mesi, si sono accorti che c’era qualcosa che non funzionava. Invece di aumentare di peso, diminuivo".
La piccina aveva infatti numerosi problemi fra i quali una frattura alla gamba, una alla clavicola e una alla mandibola e, nel crescere, le si è manifestata anche una grave scoliosi che ha reso necessario un intervento alla spina dorsale. “In pratica ho trascorso la mia infanzia e adolescenza in ospedale” conclude.
Rosalia percepisce un assegno mensile di 290 euro e, non potendo lavorare a causa dei suoi problemi fisici, oltre a dedicarsi ad un blog sulle ricette lombarde (piattibrescianiraccolta.altervista.org), ha creato anche Botanica Commestibile "perché amo molto la natura e anche per guadagnare qualche soldo”.
In compagnia del suo inseparabile Calimero, un trovatello preso al canile, Rosalia ama passeggiare nei prati e nei boschi di Soprazocco (Bs) fotografando erbe e piante. “Nella natura - scrive - mi sento una persona completa perché la natura non ti giudica, non ha pregiudizi, ti ama per come sei”.
La piccola grande Rosalia, con le sue 57 estati sulle spalle, nel blog di Botanica Commestibile (botanicacommestibile.altervista.org) ci mostra le piante edibili che incontra nelle sue passeggiate e le relative ricette (come le penne al rafano, le frittelle di elicriso, la panna cotta alla verbena) arricchite da una breve spiegazione sulle proprietà della pianta e, se c’è, da una leggenda.
Dell’elicriso, ad esempio, si racconta che le ragazze, la sera prima di San Giovanni, legassero un nastrino all’erbetta prescelta e “a seconda dell‘insetto che trovavano sulla loro piantina, ricavavano indicazioni sul matrimonio; se c’era la formica significava che avrebbero trovato un marito laborioso, la mosca un marito ozioso, l’ape un apicoltore, il bruco un ortolano, la coccinella un pastore, lo scarabeo un fabbro, il ragno un sarto. Quelle che non trovavano alcun insetto dovevano ripetere il rituale l’anno successivo”.
Siamo immersi in un supermercato naturale che ci viene offerto gratuitamente e ci sono persone speciali che ci insegnano a portare la natura in tavola, e non solo quella. Rosalia ci mostra, con la sua forza, che nonostante la società sembri accogliere solo chi è perfetto, la vita va vissuta giorno per giorno con quello che c’è perché, anche quando quello che c’è non è perfetto agli occhi del mondo, in qualche modo lo è, perfetto.
Ripensando a Ermanno Olmi che si toglieva il cappello ogni volta che passava davanti ad un mandorlo in fiore io, oggi, mi inchino innanzi al sorriso di Rosalia e a tutte le persone che, come lei, ci mostrano come la disabilità sia solo una questione di percezione perché “se puoi fare anche una sola cosa bene - dice Martina Navratilova - sei necessario a qualcuno”.
E Rosalia ci è preziosa oltre che per ridimensionare i nostri crucci quotidiani, per rinfrescarci con un delizioso sorbetto ai gelsi bianchi. Chapeau, Rosalia!
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