Succede a tutti, prima o poi, di perdere un’amica e a volte non per via di un litigio o di un’incomprensione che calano grevi sulla relazione, ma per una scelta ineluttabile del destino.
Quando accade resta la bellezza del dono ricevuto e un’infinità di ricordi che mi rotolano addosso insieme a quella frase del fisico Tonelli che mi scrivesti:
“Lo stato di vuoto non è il nulla. Anzi può essere visto come un qualcosa che contiene già il tutto, un po’ come il silenzio non è, banalmente, assenza di suono, ma muto contenitore di tutti i suoni possibili, vibrazione di tutte le frequenze perfettamente accoppiate in opposizione di fase”.
Trovavi straordinaria l’espressione “muto contenitore di tutti i suoni possibili” e mi dicesti che il silenzio ci avrebbe fatto meno paura se fossimo state in grado di immaginarlo in questo modo. Avevi ragione.
E poi c’è quella storia meravigliosa che mi raccontasti sull’amicizia di Damone e Finzia. Me lo ricordo quel giorno, era il 18 dicembre, mi dicesti che questo mito mi sarebbe piaciuto perché parlava di noi.
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