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Il blog felice
Der Blog vom Glück
The happy blog

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NUOVI ORIZZONTI

ESPERIENZA DI SCRITTURA EMOZIONALE

VIDEO

SEMINARIO CON BIANCA BROTTO
DA 3 AL 6 APRILE 2025

LA VOCE DEL CUORE

in Maremma presso

IL DAINO BIANCO
Manciano (GR)

Immersi nel verde infinito ascolteremo il sussurro del cuore lungo le tappe della nostra vita e lo scriveremo lasciando la nostra penna libera di volare in leggerezza sul foglio senza filtri, senza giudizi, senza paure. Ci scopriremo e reinventeremo.

Ci lasceremo andare, finalmente.

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È stata una serata potente quella che Nicolò Govoni mi ha regalato perché a Cremona, nell’Aula Magna, non c’erano solo bellezza, entusiasmo, intelligenza, competenza; soprattutto c’era amore. Lo stesso amore che, nell’avvicinare a fine serata il trentenne, ho percepito nel suo sguardo. Lo stesso amore che ha ammantato di dolcezza e pace inenarrabili il mio cuore.

Ciò che questo ragazzo ha realizzato in sette anni con la sua organizzazione umanitaria «Still I Rise» non ha a che fare solo con i successi raggiunti e nemmeno con le due nomination al Premio Nobel per la pace, ma con la forza che lo muove dentro, la stessa che alberga in ognuno di noi e che ci permette di realizzare il nostro ikigai, termine giapponese che significa: «Ciò che ci spinge ad alzarci la mattina e a lottare».

L’ikigai viene rappresentato come una sorta di mandala dove «ciò che amiamo», «ciò di cui il mondo ha bisogno», «ciò per cui ci pagano» e «ciò che sappiamo far bene» si compenetrano dando vita al nostro sogno in un mix di passione, missione, vocazione, professione. 

Sapere che la nostra ragion di vita scaturisce da ciò che amiamo fare è il punto di partenza da meditare nelle profondità silenti del nostro Natale.

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Terry si è rotta il femore. Perfetto.

Siamo infatti qui per godere di ogni istante, in modo particolare nell’autunno del nostro cammino quando, con l’inverno inesorabile alle porte, non possiamo rischiare di morire senza aver vissuto bene.

Come si fa? «Non essere sempre centrati sulla gestione della paura e dell’autodifesa per via degli orrori che il mondo ci scarica addosso - dice Don Rinaldo Bellini - ma spendere talmente bene il nostro tempo, da farci trovare costantemente intenti a vivere e non a sopravvivere così che, quando la morte arriverà, possa non sorprenderci».

L’importante è non peccare, cioè non «mancare il bersaglio» dell’esistenza che, in ultima analisi, è non riuscire a percepire l’amore (da a-mors, assenza di morte) nel quale siamo immersi.

Il nostro tesoro, infatti, è proprio ciò che ci rotola addosso ogni giorno anche quando la paura o la sofferenza non ce lo fanno percepire come tale. 

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In questo giorno dedicato alla commemorazione di coloro che sono già partiti per il «grande viaggio» e che immagino felici al sole su una meravigliosa isola in attesa che li raggiungiamo, le parole di Rudolf Steiner inondano il mio e nostro cuore aiutandoci a comprendere la natura del traguardo che tutti ci attende.

«Vista dal mondo fisico - afferma Steiner - la morte ha certamente molti aspetti dolorosi» perché la vediamo solo da un lato. «Quando però si è morti, la si vede dall'altro lato. Lì essa è l'evento più gratificante, più completo che si possa vivere, perché lì essa è una realtà vivente.

Ciò che conta è che noi impariamo a percepire che colui che è passato attraverso la soglia della morte, ha soltanto assunto un'altra forma di vita.

E dopo la morte si trova, per il nostro sentire, come uno che, per i casi della vita, abbia dovuto recarsi in un paese lontano nel quale noi potremo raggiungerlo solo più tardi. Cosicché noi non abbiamo altro da sopportare che un tempo di separazione.

Ma questo deve venir percepito vivamente attraverso la scienza dello spirito».

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“Arriva sempre prima o poi il giorno in cui non puoi più far finta di niente. Il mal di vivere ti sta sommergendo. Devi fare qualcosa - racconta Susy Bombana nel suo libro ‘Spirit’ - Mi sento un sacco vuoto dove nemmeno il nulla trova spazio.

Ho 53 anni e sulle spalle porto di tutto”. Per uscire dall’impasse Susy decide di calpestare un tratto del Cammino di Santiago.

Il primo giorno, sovrastata da fatica ed emozioni, si sente male. “Entro in un bar, inizia a girarmi la testa, mi siedo”. La donna perde i sensi e, mentre cercano invano di rianimarla, viene attraversata da una scarica elettrica. È un tuono fortissimo che la porta via.

“Sono entrata in un tunnel, un canale di luce bianca, calda, corposa - racconta - Era una bellissima sensazione. In un attimo ero in un altro luogo. La luce mi stava travolgendo con la dolcezza del suo calore. Leggera come una piuma volavo sulla testa delle persone che in quel momento erano all’interno del locale preoccupate per un corpo riverso a terra”.

Susy sentiva urli, tristezza e parole a lei incomprensibili e avrebbe desiderato dir loro che stava bene, ma dalla bocca non le usciva alcun suono. 

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