Cacciato dalla sua casa di Asti perché non voleva né studiare né lavorare, Renato, sotto l’effetto di un allucinogeno, si ritrova a Palermo. Non ha alcun ricordo né del viaggio né degli ultimi 3 giorni.
È il 1975. Sono 2 anni che vive allo sbando. Non ce la fa più. Decide di seguire l’esempio dell’amico che si è iniettato sotto i suoi occhi un’overdose di morte.
Seduto sulla panchina di un parco cittadino, nota una donna che da un terrazzo sembra salutarlo. Poco dopo un ragazzo lo raggiunge dicendo che la madre lo aspetta a pranzo.
Conciato come solo la strada sa fare, è la prima volta che qualcuno lo invita a casa. Renato accetta.
Accolto con affetto, gli vengono offerti doccia e vestiti puliti. «Che piacere l’acqua sulla pelle - ricorda - Dopo pranzo la donna mi chiede di raccontarle di me. Sono stupito, mio padre non mi ascoltava mai Le dico di Asti e del resto, evitando particolari sconvenienti.
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