SIAMO ANIMALI E NON CI BASTIAMO

Quanti siamo ad avere talvolta la sensazione di trovarci in mare a bordo di una scialuppa senza vele in balia di fame e vento, ma a continuare a stare lì dove siamo senza riuscire a cambiare alcunché?

Eppure, nel nostro peregrinare, capita di imbatterci in barche invelate condotte da capitani integri che veleggiano sereni; incontrarli è una carezza che resta dentro ma spesso, invece che fermarci su quel tocco di pace, proseguiamo nel nostro affamato e confuso vagare.

Poi sorge l’alba di questa Epifania, festa della manifestazione in mezzo a noi del Dio vivente o, se preferiamo, del senso della vita, quello che ognuno di noi, che ne sia consapevole o meno, cerca seguendo le correnti della ragione, delle filosofie, delle religioni oppure correndo da un impegno all’altro, da un luogo all’altro, da una relazione all’altra, dalla  finzione mediatica di un “grande fratello” a quella di un “grande cuoco”, “grande sportivo”, “grande influencer”.

Pur di anestetizzare la fame di senso esistenziale, c’è chi si spinge finanche nelle devianze che, un attimo dopo la fugace illusione di benessere, aprono Fosse delle Marianne nelle quali le vittime precipitano conce e affamate più di prima. 

D’altronde ci nasciamo con il bisogno di cibo vitale perché, in quanto animali (dal latino ‘animalis’, che dà vita, animato), non sintetizziamo il nostro nutrimento partendo da sostanze inorganiche come fanno le piante, ma solo da composti organici precedentemente elaborati da altri organismi.

Siamo esseri complessi, peripatetici in continua ricerca di afferrare, mangiare, riprodurci. Amare.

Non ci bastiamo. Viviamo del Vivente e necessitiamo di una direzione perché in noi c’è ‘anemos’, anima (dal greco, vento, soffio), una presenza non visibile direttamente per indicare la quale gli antichi ricorsero all’idea del vento che diventa manifesto attraverso gli effetti che provoca e che, leggo su etimo italiano, “esprime una prospettiva verticale della dimensione divina che va verso quella propriamente umana”.

Soffermiamoci sulla nostra natura di anima-li che vivono del Vive-nte e chiediamoci dove stiamo andando alimentando il nostro corpo di cibo spazzatura e l’anima di pixel. Mentre il nostro fisico, quasi indistruttibile, per un po’ ce la fa e anche l’anima pazienta in attesa del nostro risveglio, il tempo vince sempre e ci ricorda il suo essere clessidra e noi sabbia.

Poi arriva il 6 gennaio con la sua lettera d’oro, profumata di incenso e mirra, che dice: a Natale siete nati, a Capodanno avete messo in valigia il necessaire da viaggio, ma siete partiti per il “diventa ciò che sei”?

“I magi non si misero in cammino perché avevano visto la stella - dice San Giovanni Crisostomo - ma videro la stella perché si erano messi in cammino”.

Qual è l’astro verso il quale ci stiamo dirigendo? Anche se non pensiamo di averne uno, uno c’è ed è quello che ci sta conducendo verso un baratro o una nuova vita.

Prima che la nostra anima si spazientisca abbandonandoci in mare aperto, finché siamo sabbia che ancora scende lungo l’imbuto del tempo, apriamo gli occhi con il coraggio di voler vedere a che punto siamo e, da quel punto, ripartiamo.

Sarà l’alba a raccontarci come fare.

  LIBRO ARRIVATO!

LINK RACCOLTA ARTICOLI 2020 - 2023

#6gennaio2024
#GiornaleDiBrescia

LEGGI GLI ALTRI ARTICOLI