Bianca Brotto

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CHI SI FIDA APRE, CHI SI TEME CHIUDE

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L’avete mai sentito, negli armadi rigonfi, il borbottio dei capi imprigionati da anni che si zittisce quando aprite le ante per scegliere il solito look?

Eppure la natura si sta rinnovando e anche noi siamo chiamati ad ‘autunnarci’, cioè a imitare le fronde che, nel loro mutare, ci mostrano la necessità della metamorfosi (meta- ‘oltre’, morphé ‘forma’). 

La nostra risposta? “Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie (Ungaretti)” ma invece di lasciar andare il vestiario che non ci racconta più niente, cerchiamo di incollare gli abiti secchi ai rami-appendino aggrappandoci a una moltitudine di capi appassiti.

Forse è per questo che mi ha così colpito l’energia travolgente del caschetto biondo di Silvia Bianchini che, a bordo del suo camper-sartoria, arriva da noi e ci aiuta in un lavoro profondo che va oltre l’affrancarci dall’abbigliamento che non ci rappresenta più.

«“Apri le tue ante” è un percorso che si fa insieme - mi racconta - Mi fermo nelle case il tempo necessario per tirare fuori dagli armadi tutti gli abiti e provarli ad uno ad uno improvvisando sfilate con tanto di musica, specchi e luci. 

Cerco di stanare uomini, ma soprattutto donne, dal loro guardaroba e dalla loro confusione. 

Ogni capo porta con sé storie, ricordi, ed è importante capire cosa ci mettiamo addosso (e portiamo appresso) quando affrontiamo il quotidiano.

“Apri le tue ante” è un’esperienza intensa perché si mettono le mani nei cassetti dell’intimità e si affrontano argomenti a lungo accantonati. Allo scopo, prima di partire da Firenze, invio l’armadiometro».

«Cosa sarebbe?» chiedo. 

Silvia sorride: «È un questionario che mi permette di conoscere meglio la persona che incontrerò, i suoi bisogni, le sue difficoltà e, soprattutto, di capire se è pronta per questo percorso di autoconoscenza e trasformazione».

Fin da bambina Silvia osservava incantata la madre lavorare le pelli e, pensando che con una macchina da cucire si potesse fare qualsiasi cosa (giocare, distrarsi, divertirsi, guadagnare), grazie a una solida formazione come sarta e stilista è diventata una donna di successo, cioè una che riesce a ‘far succedere’ la massima espressione altrui.

«Io la agguanto, la persona e con entusiasmo e passione la porto allo scoperto. Ti confesso che quando vedo il bagliore negli occhi di una donna che si guarda allo specchio esclamando “Oh, ma ti rendi conto?”, ecco… in quel momento sento una cosa dentro che è indescrivibile, è come se avessi rimesso a nuovo un oggetto inzaccherato».

Da metà novembre per 3 settimane Silvia (sui social SIBI-reversibili) sarà in tour nel nord Italia per aprire con delicatezza le ante di chi vorrà svestirsi di sé. «Entro nei tuoi abiti messi e dismessi, nei tuoi segreti, nei ricordi, nei rinneghi.

Chi si fida apre, chi si teme chiude.

Farò di tutto per farti ridere, vedere chi sei, volteggiare.

Siamo fatti della bellezza che creiamo e portiamo nel mondo.

Se scoprirai che sei amore oltre e dentro ogni errore e delusione, tu sarai meraviglia.

Con le tue ferite, le paure, gli errori, i bisogni, gli slanci e le ricadute, tu sei vita in divenire», sei foglia pronta al volo e, canta Tagore, sei “sforzo senza fine della terra di comunicare con il cielo”.

@silviabianchini #silviabianchini

 

 

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Amo la vita, sempre, anche quando non la capisco, anche quando soffro, ancor di più quando esplodo di gioia; trovo sia un’avventura straordinaria che si rinnova ogni giorno, al sorgere del sole.


Suono di rado, ma con amore, il pianoforte e canto mentre guido. Non ho tempo per le frequentazioni sterili, ma non guardo l’orologio quando un amico ha bisogno di me; l’amicizia è un dono meraviglioso e mi ha salvato la vita.

Mi piace leggere, lasciarmi rapire dai notturni di Chopin e riempirmi con un bel film.


Adoro il fuoco, la fiamma viva, il calore che mi trasmette. Amo viaggiare e vivere le emozioni della natura, dell’arte e degli incontri inattesi. Quando posso fuggo all’isola d’Elba dove, nell’incedere lento e potente del mare, mi rigenero.



Non mi annoio mai, trovo che il semplice esistere nel presente sia entusiasmante.

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