Bianca Brotto

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PUO' L'INVISIBILE RENDERSI VISIBILE?

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TI LEGGO L'ARTICOLO

Non ho mai saputo se la storia di Tea fosse vera, ma è la prima che mi è balzata in mente nell’incontrare Marco Luzzatto e Gabriele Gandola.

Tea, una bimba dal cuore curioso, viveva in una pianura sconfinata abitata da paesaggi silenti che alla piccola sembravano tutt’altro che vuoti. Un mattino, ai piedi della grande quercia, Tea incontrò un vecchio che stringeva tra le mani una radiolina.

«Che cosa senti quando non senti?» le chiese a bruciapelo.

Turbata la bambina rispose: «Come faccio a sentire qualcosa che non c’è?»

«Oh, è tutto lì. Le frequenze danzano nell’aria, anche ora, tra te e me. Portano suoni, voci, presenze, persino messaggi segreti. Basta anche un semplice oggetto come questo - disse mostrando la radio - per sintonizzarci con il mondo invisibile».

«Ma io non vedo nulla» protestò Tea.

«Non tutto ciò che è reale è visibile e non tutto ciò che è visibile è reale. Tu la vedi l’aria che fa ondeggiare questo filo d’erba? - disse il vecchio strappando uno stelo e lasciandolo cadere - Eppure c’è, così come esistono le frequenze che ci avvolgono come coperte di suoni silenziosi». 

Non è certo una novità che i nostri sensi ci svelino meno dell’1% di ciò che esiste nascondendoci il restante 99% abitato da gas, batteri, virus, nanoparticelle, atomi, molecole, onde sonore ed elettromagnetiche, frequenze, forza di gravità, magnetismo etc..  

Sappiamo anche, dice il Piccolo Principe, che «l’essenziale è invisibile agli occhi» ma non sembriamo troppo interessati né a scoprirlo né a sperimentarlo. È come se ci fossimo abituati a un’esistenza limitata ai cinque sensi nonostante siamo dotati di ben altri sensi (Steiner dice dodici) oltre che di potenti facoltà psichiche.

Marco e Gabriele, come Tea, si sono accorti in tenera età non solo che lo spazio è tutt’altro che vuoto, ma che «l’invisibile» governa il visibile motivo, questo, che li ha portati nel tempo a dedicarsi con etica e coerenza a rendere visibile l’invisibile.

Invitati il 17 gennaio p.v. a Brescia dall’Associazione «Insieme Evolviamo», Gabriele Gandola, dottore in psicologia clinica, ci parlerà di come, grazie ai propri talenti e all’uso delle frequenze per riequilibrare i campi d’informazione, lui riesca a sciogliere i traumi psichici.

Marco Luzzatto, ricercatore indipendente, mostrerà dal vivo sia la sua capacità di riconoscere le problematiche fisiche della persona che ha di fronte «leggendone» il campo elettromagnetico, sia uno strumento di «metavisione» che, nel fotografare lo spazio sovrastante la platea, capterà i volti di altre «intelligenze» presenti in sala. Infine una musicista farà vibrare le corde di un violino centenario e di uno attuale per farci sentire le diverse frequenze.

Lo scopo?

Farci toccare con mano che la realtà è molto più ampia di quella che vediamo e che accontentarci di conoscerne meno dell’1% è troppo limitante.

Siamo esseri multidimensionali interconnessi fra di noi e con l’intero universo.

Siamo immersi in un campo quantico d’infinito amore e intelligenza dove tutto è informazione.

Il nostro corpo riceve e trasmette frequenze di continuo.

Possiamo vedere l’invisibile, toccare l’intangibile, raggiungere l’impossibile.

Vogliamo davvero perderci tutto questo?



* FOTO DI CRISTINA RIZZATO

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Amo la vita, sempre, anche quando non la capisco, anche quando soffro, ancor di più quando esplodo di gioia; trovo sia un’avventura straordinaria che si rinnova ogni giorno, al sorgere del sole.


Suono di rado, ma con amore, il pianoforte e canto mentre guido. Non ho tempo per le frequentazioni sterili, ma non guardo l’orologio quando un amico ha bisogno di me; l’amicizia è un dono meraviglioso e mi ha salvato la vita.

Mi piace leggere, lasciarmi rapire dai notturni di Chopin e riempirmi con un bel film.


Adoro il fuoco, la fiamma viva, il calore che mi trasmette. Amo viaggiare e vivere le emozioni della natura, dell’arte e degli incontri inattesi. Quando posso fuggo all’isola d’Elba dove, nell’incedere lento e potente del mare, mi rigenero.



Non mi annoio mai, trovo che il semplice esistere nel presente sia entusiasmante.

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Guest Monday, 17 February 2025