Bianca Brotto
Diffondiamo Bellezza
COME ESSERE PERFETTI IN OGNI MINIMO DIFETTO
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Pasqua ci ha appena ricordato che il senso della nostra vita è saper rinascere dopo essere stati fatti a pezzi dall’esistenza. Come Alessandra Baruffato.
Questa è la sua storia che, uscita dalle pagine «Occhi di riso» dei social, è diventata un libro che racconta, a chi si sente solo, come nessuno lo sia giacché il dolore può tramutarsi in forza, lo smarrimento in consapevolezza, la paura in amore.
«Cinque anni fa, con la nascita di Luna, la mia vita è cambiata per sempre - racconta Alessandra - e quel che ho sperimentato non è stata una frattura, ma un’espansione. Quella notte il tempo sembrava essersi fermato. Ero sopraffatta da un turbine di scenari e paure. Reduce da due aborti, avevo idealizzato il primo contatto di pelle con Luna».
Niente andò come previsto. Luna, oltre ad avere gli occhi azzurri, aveva anche un cromosoma in più. «Quando ho sentito le parole "sindrome di Down”, una voragine mi si è aperta dentro ma in quel vuoto, in realtà, stava già germogliando qualcosa».
Alessandra cercò in rete informazioni sulla sindrome di Down e trovò dati, statistiche, ma non «calore e umanità;
avevo bisogno di sapere che qualcuno ce l’aveva fatta, che esisteva un dopo, che la felicità era ancora possibile.
Poi ho guardato Luna lì tra le mie braccia, così minuta ma già così forte.
Il suo sguardo mi ha restituito a me stessa.
Ho sentito la sua forza entrarmi dentro come se fosse lei a prendersi cura di me.
È stato lì che ho capito che non dovevo concentrarmi su quello che mancava, ma su ciò che c’era. Ed era tantissimo».
Con il tempo Alessandra, che è medico, ha imparato a cambiare prospettiva, a non temere la parola «diverso», ma a vederla come un altro modo di essere al mondo.
«Luna mi ha insegnato che ognuno ha i suoi tempi, i suoi talenti, la sua luce. La sindrome non è una sentenza, è solo una delle tante caratteristiche che ci rendono unici.
La disabilità può essere un vortice: ti gira, ti avvolge, ti spiazza, ma da quel vortice Luna ti sorride e tu impari che, anche se tutto ruota, tu puoi restare. Ridere. Vivere».
Luna sorride. La sua luce non ha bisogno di approvazione per esistere.
Forse è questo il senso, dice Alessandra, non nascere per aggiustare o dimostrare qualcosa, ma per essere e per ricordarci che ogni vita ha un valore profondo anche se non rientra nei canoni classici.
La bellezza sta nell’imperfezione, quindi anche in quei difetti che ci rendono autentici e irripetibili.
Oggi Alessandra, autrice del libro «Occhi di riso, occhi di Luna. Una vita perfetta in ogni minimo difetto», oltre a mamma di Luna e del piccolo Archimede, è anche una donna diversa.
«Più vera. Più radicata. Se potessi tornare indietro sceglierei ancora lei. Ogni giorno, sempre lei. Perché Luna non è solo mia figlia. È la mia più grande maestra di vita».
Forse basterebbe questo: vedere la Grande Regia dispiegarsi tra le pieghe dei nostri piccoli e grandi drammi.
Tutto avrebbe un senso e, in quella perfetta imperfezione, impareremmo a lasciar danzare la maestria della vita senza porci alcun limite «perché il nostro valore non si misura negli occhi altrui, ma nella forza che ci fa brillare, amare, essere» la meraviglia che siamo.
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