Bianca Brotto
Diffondiamo Bellezza
IL CORPO DICE QUELLO CHE LA BOCCA TACE
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«Era lo zio di mia madre, ma per tutti è sempre stato “lo zio di Bolzano" - ricorda Claudia - una presenza vaga che, quando zia Marta ci invitava da loro per le vacanze, transitava sì dalla grande cucina vista Dolomiti, ma come elemento a se stante privo di collegamento con l’allegria della casa e della zia.
Un giorno sparì. Attesi un po’ prima di chiedere: -Dov’è lo zio?- -Nel suo studio- rispose Marta. -Sempre? A far cosa?- -Chissà!- sorrise lei schiacciandomi l’occhio. Una sera mi appostai vicino allo studio e, quando lo zio uscì: -Cosa fai lì dentro?- gli domandai. -Scrivo-. -Cosa?- -Racconti- rispose lui sparendo nel wc.
Non aveva mai scritto, lo zio. Scoprimmo il suo operato solo a Pasqua allorché, invitati da zia Marta per il consueto pranzo, lo zio mise sotto l’albero di legno delle uova colorate tanti pacchettini identici con il nome dei presenti e altri anche per gli assenti. Non aveva mai fatto regali, lo zio. A nessuno.
Scartai il mio. Era un libretto dal titolo: Tana libera tutti. Autore: Lo zio di Bolzano. In copertina c’era una fotografia in bianco e nero di due bambini mai visti.
L’incipit mi gelò - racconta Claudia: "Io e Marta non ci siamo mai amati. A parte i primi mesi che ricordo con piacere, i nostri 50 anni insieme sono stati una farsa.
Sorrisi e allegria di facciata. Silenzi e solitudine dietro le quinte e, ti assicuro, non c’è niente di peggio che stare con qualcuno e sentirsi profondamente soli.
Marta ha avuto un amante storico, Giorgio, che tu conosci come ‘il nostro dottore' e anch’io mi son dato da fare con Azzurra, Silvia, Antonietta e altre che stai per incontrare.
La foto di copertina ritrae Angelo, avuto con Azzurra, e Martina, nata dalla relazione con Silvia. Marta è sterile, quindi anche la storia della scelta di non avere figli è un falso, uno dei tanti.
Sono nonno e ho cinque nipoti. Di seguito la storia di questa famiglia allargata e di tutte le persone che, come te, ne fanno parte.
Ho 78 anni ed è ora di dire la verità perché i non detti pesano molto più dei detti, mentre la verità libera. Veramente sarebbe la consapevolezza che libera, ma accontentiamoci per ora della verità.
È un inizio. L’inizio della fine di quel che è stato. Il principio dell’inizio di quel che sarà. Un tana libera tutti"».
Il caos esplose innescando fratture che non si rimarginarono più ma «negli anni - conclude Claudia - dal disordine nacque un nuovo ordine».
Che la verità sia indispensabile per una vita autentica è scontato, il problema diventa la modalità con la quale i non detti «stambugiati» troppo a lungo nel vulcano-corpo eruttano, perché diventano lava rabbiosa che, prima di fertilizzare, brucia e distrugge.
Non essendo tuttavia da tutti avere il coraggio di verbalizzare subito disagi e pugni nello stomaco quotidiani, va da sé che i taciuti ci si accumulino dentro fuoriuscendo nel corpo sotto forma, a seconda del carico di dolore, di inestetismi, malesseri fisici e mentali, malattie. Perché il corpo dice quel che la bocca tace. E la bocca non può rivelare ciò che il cuore non vuole né vedere né sentire.
Ognuno ha i propri tempi per realizzare la verità e decidere cosa farne.
Ognuno ha i propri tempi per iniziare a volersi bene.
Ti leggo l'articolo: https://biancabrotto.it/it/bellezzanelquotidiano211
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