Si narra di quel padre ricco che, per mostrare al figlio quanto fosse privilegiato, lo mandò per qualche giorno presso una famiglia di contadini.
Quando il bimbo tornò a casa esclamando quanto fossero fortunate quelle persone, il padre strabuzzò gli occhi e chiese: «In che senso, scusa?»
«Il nostro giardino - rispose il bambino - è illuminato dai faretti elettrici e circondato da un muro, il loro è infinito e rischiarato dalla luna; noi abbiamo la piscina con l'acqua trattata, loro un ruscello con rane, pesciolini e tantissime sorprese; noi andiamo al supermercato per comprare il cibo che cuociamo nel microonde mentre il loro, profumato dal fuoco, è coltivato nell’orto;
noi abbiamo lo stereo, loro ascoltano i grilli, gli uccellini e la pioggia che tamburella sul tetto; noi siamo sempre connessi al cellulare mentre loro sono collegati ai prati, agli animali, al cielo, agli amici, anche ai loro problemi che affrontano tutti insieme davanti al caminetto, con un bicchiere di vino in mano, per poi brindarci su».
L’uomo fremeva non sapendo da dove cominciare a confutare le assurde considerazioni del figlio che, tuttavia, lo lasciavano senza parole. Avrebbe voluto starsene zitto per un po’, l’imprenditore, ma non ora.
...